Preparati principalmente nel periodo natalizio, i dolci tipici del trapanese sono le "spinci", le cassatelle fritte, i dolcetti di fico e la pasta reale.
"La Spincia"
La “spincia” così viene pronunciata nell’agro-ericino, e in siciliano “sfincia”. Dal dizionario etimologico siciliano di S.Giarizzo, il termine sfincia sta ad indicare una specialità di frittella molto morbida e dolce.
La radice della parola dall’arabo “isfang” significa appunto frittella di pasta morbida che si frigge e si mangia con il miele.
Nel territorio custonacese e dell’agro ericino, i “spinci” sono un dolce tipico che precedevano le festività del Natale e veninano preparate per la festività dell’Immacolata.
Dolce tipicamente povero e fatto con farina, latte e patate ma dal risultato principesco.
Ingredienti:
1 kg di patate
2 kg di farina di grano duro
4 cucchiai di zucchero
Succo di 3 arance
50 gr di lievito di birra
Semi di anice
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale
Preparazione:
Prendere la farina e metterla in una bacinella e lavorarla con le patate schiacciate aggiungendo gli altri ingredienti.
Sciogliere il lievito di birra preparato precedentemente in una tazza di acqua tiepida e aggiungerla all’impasto.
A poco a poco, ammorbidire il tutto con acqua tiepida o marsala o latte o vino di vecchia data.
Impastare il tutto con le mani sbattendo la pasta più volte fino a farla diventare soffice e liscia.
Lasciare riposare per circa una mezz’ora coprendo la bacinella con una coperta.
Bollire l’olio caldo a temperatura abbastanza elevata e friggere la pasta formando degli anelli con le mani (bagnandole con l’acqua).
Servire le spinci a tavola con zucchero e cannella o miele.
N.b.: Qualche variante negli ingredienti la riscontriamo a seconda della tradizione tramandata dalle famiglie; infatti alcune massaie solevano aggiungere all’impasto la zucca.
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